school of the future

Come sarà un giorno di scuola nel 2050?

Immaginare la scuola del futuro al fine di affrontare le sfide del presente. L'impatto dell’intelligenza artificiale sulle modalità di apprendimento, la necessità di nuove competenze digitali e ambientali, la promozione dell’educazione alla sostenibilità, all’empatia e all’inclusione sociale. Sono queste alcune delle idee emerse al Salone Internazionale del Libro di Torino durante il panel “Festa dell’Europa 2024. Immaginando la scuola del futuro: un giorno in classe nel 2050. Il ruolo dell’Unione Europea e delle organizzazioni internazionali” organizzato dal Comune di Torino insieme alla European Training Foundation (ETF) e all’Ufficio di rappresentanza del Parlamento Europeo a Milano. 

Celebrare la festa dell’Europa domandandosi il ruolo dell’Unione Europea nei rapidi cambiamenti che attraversano la contemporaneità. Un obiettivo che l’ETF rivolge al suo settore di competenza, quello dell’istruzione, e nel quale le molteplici innovazioni e cambi di paradigma assumeranno presto la forma di una rivoluzione. 

“La città di Torino è da sempre un crocevia di culture, idee e innovazione” ha dichiarato Daniela Silvi, Responsabile Relazioni Internazionali del Gabinetto del Sindaco di Torino. “La Festa dell'Europa ci ricorda che, nonostante le nostre differenze culturali e linguistiche, condividiamo valori comuni e un desiderio collettivo di progresso. In questo contesto, la scuola non è soltanto un luogo di apprendimento, ma anche un ponte verso il mondo”. 

Quale contesto più adatto, dunque, per co-immaginare il futuro della fiera annuale torinese, per “la capacità degli scrittori di immaginare il mondo di domani, i futuri alternativi che i libri ci aprono" ha dichiarato Pilvi Torsti, direttrice dell’ETF, durante l’apertura del dibattito, citando le parole Ville Blåfield, direttore della Fiera del Libro di Helsinki. 

“La giornata odierna è utile per riflettere insieme su come stia cambiando il modo di apprendere, e su come l’istruzione e le competenze giochino, e giocheranno, un ruolo sempre più essenziale nell'era globale”, che necessiterà l’adozione di un approccio “glocale”, secondo Torsti. L’anno europeo delle competenze, recentemente concluso, ha dato un chiaro segnale di quanto l'UE valorizzi questo ambito, evidenziando come “le competenze siano la vera moneta del ventunesimo secolo” ha concluso Torsti. 

Il tema dell’edizione 2024 del Salone internazionale del Libro è la ‘vita immaginaria’, ed è per questo che “oggi ci siamo ritrovati qui per immaginare un giorno di scuola nel 2050, cioè tra appena 26 anni. Un periodo di tempo inferiore rispetto all’avvento di Internet, per intenderci” ha aggiunto la moderatrice dell’evento Daria Santucci, Communication Specialist all’ETF, prima di leggere alcuni estratti del testo “Un memo dal futuro. Il messaggio di un’assistente di educazione professionale al suo sostituto del 2050” scritto da un professore della città fittizia di Skillsville, al fine di far immergere i partecipanti nel tema dell’evento. 

“Prima di cominciare ad immaginare, partirei con una domanda. Quali saranno le esperienze di cui si potrà beneficiare nella scuola del futuro?” si chiede Alessia Messuti, Technology Enhanced Learning Cluster Lead all’ITCILO. “L’approccio dovrà dunque essere esperienziale, lungo tre elementi fondamentali: persone, spazi apprendimento, e le tecnologie come ponte fra le persone e gli spazi. Tenendo a mente che ‘le persone hanno bisogno di altre persone per imparare’, come recita un proverbio inglese. Il ruolo dell’insegnante del futuro sarà dunque quello di guida, un facilitatore del processo di apprendimento”. 

Il futuro della formazione è inevitabilmente legato a quello del mercato del lavoro. “Oggi è la scuola che si adatta ai fabbisogni del mercato del lavoro, una visione che personalmente non condivido ma che oggi è preponderante” secondo Giorgio Vernoni, Ricercatore in economia del lavoro, IRES Piemonte.  

In particolare, il rapporto tra lavoro stesso e tecnologie è “quasi sempre stato accompagnato da visioni sia distopiche che utopiche, entrambe al contempo vere e false nella realtà” continua Vernoni. “Guardando però al passato, la distopia della sparizione del lavoro si è sempre rivelata falsa, anche in anni recenti in relazione all’industria 4.0”, e cioè che conta è dunque intraprendere passi concreti in direzione del cambiamento, “come il recente Artificial Intelligence Act” approvato dall’Unione Europea. 

Un adeguamento che dovrà inevitabilmente essere accompagnato dallo sviluppo di nuove competenze, secondo Francesca Rosso, Human Capital Development Expert e Coordinator for Skills Demand Analysis all’ETF. 

“La tendenza è quella di avere circa un milione di lavoratori in meno all’anno nel mercato comune dell’UE. Quando si parla di competenze questo è un nodo fondamentale”, secondo Rosso. “E sebbene il mix di competenze dovrà necessariamente cambiare, andando al di là delle competenze puramente tecniche, alcuni pilastri rimarranno. Ad esempio, uno nostro studio in Egitto evidenzia come completare l'istruzione di terzo livello comporti l’avere opportunità 13 volte maggiori rispetto a chi ha completato solamente quella secondaria”. 

Ciò che cambierà di certo è l’affermazione di una prospettiva che guidi “all’imparare nell’imparare”: proattività e curiosità saranno le basi dell’educazione e del lavoro del futuro. 

Le ultime parole dell’evento hanno assunto la forma di una lettera, scritta da Maurizio Molinari, Capo dell’Ufficio del Parlamento Europeo a Milano agli studenti del 2050. “Come sapete, la scuola del 2024 – anno da cui vi scrivo - è molto più simile a quella degli anni ‘20 del Novecento, rispetto a quella del 2050” recita la lettera Molinari. “È meraviglioso vedere il modo in cui apprendete oggi, rispetto al sistema nozionistico a cui siamo stati abituati. Vedervi fare una settimana di studi in Italia, quella successiva in Finlandia, un’altra ancora in Portogallo, per poi nel corso dell’anno visitare tutti i paesi membri dell’Unione Europea è emozionante – cosi come simulare cosa significa essere un Europarlamentare o un Commissario Europeo. Ciò che per voi è normale, per noi, ventisei anni fa, non lo era affatto”. 

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